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Smart Working: il 78% delle PMI dovrà Adeguarsi

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Smart Working, il 78% delle piccole medie imprese dovrà adeguarsi.

Ormai non è più una novità per nessuno, lo smart working è entrato prepotentemente a far parte della nostra vita dall’inizio di questa pandemia.

Le aziende e la pubblica amministrazione sono state costrette a “scoprire” come un modo diverso di lavorare sia possibile, anche per figure lavorative prima ritenute incompatibili, come gli insegnanti.

Su un numero di 16 milioni di lavoratori, l’Osservatorio dello smart working del politecnico di Milano, ha rilevato che 6,58 milioni di dipendenti lavorano da casa. Numero che è destinato a salire in quanto è fortemente raccomandato nelle PMI dal nuovo DPCM.

Smart Working: cosa dice il nuovo decreto.

La pubblica Amministrazione a riguardo, ha impiegato da inizio pandemia, più del 50% dei propri dipendenti allo smart Working.

Proprio nel nuovo Decreto firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte , si legge: ” E’ fortemente raccomandato l’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati” . Ai sensi dell’articolo 90 del decreto legge del 19 maggio 2020.

Come ho anticipato all’inizio di questo articolo: il 78% delle PMI dovrà adeguarsi.

 Purtroppo nelle piccole imprese c’è ancora chi resiste in presenza. Più per questioni culturali e per abitudine che per reali impedimenti a lavorare a distanza.

 Secondo il direttore dell’Osservatorio, Mariano Corso, anche chi ha resistito finora, deve sperimentare questa modalità organizzativa.

È importantissimo che il lavoro agile non sia un beneficio per una platea limitata. Bisogna lavorare per il suo allargamento a vantaggio del miglioramento della produttività e del benessere dei dipendenti. Il fronte più delicato è certamente quello delle piccole imprese», osserva Corso.

Anche perché miei cari lettori, quel “E’ fortemente raccomandato… ” che troviamo scritto nel decreto dal nostro Presidente del Consiglio, non è un consiglio.

Se non adottiamo il lavoro agile dove possibile, stiamo venendo meno al dovere di tutelare l’espandersi del contagio. Di conseguenza siamo sanzionabili nel caso in cui un dipendente dovesse denunciare di aver contratto il covid-19 nel luogo di lavoro.

Smart Working: diventa un problema quando.

Una circolare Inail, nei mesi scorsi, ha messo nero su bianco che:

“il datore di lavoro per fare fronte alla pandemia in materia di salute e sicurezza, deve fare riferimento al rispetto dei protocolli.

Però bisogna tenere conto che in tema di salute e sicurezza sul lavoro la giurisprudenza si è sempre pronunciata in maniera molto rigorosa.

I punti di riferimento normativi sono l’articolo 2087 del Codice Civile e il Testo unico sulla sicurezza, il decreto legislativo 81 del 2008.

«In generale si chiede al datore di lavoro di adottare un principio di “maggiore prudenza”. Quindi di applicare le norme nel modo più rigoroso possibile», spiega l’avvocato milanese Cesare Pozzoli.

Facciamo un esempio:

Mettiamo il caso un lavoratore che avrebbe potuto lavorare da casa si ammalasse in ufficio, e facesse causa al datore di lavoro.

Il fatto che lo smart working fosse soltanto raccomandato, potrebbe non essere considerata dal giudice una scusante sufficiente.

Il datore di lavoro, è interamente responsabile dell’infortunio conseguito dal lavoratore e non può invocare il concorso di colpa del danneggiato.

Quindi se un lavoratore, nonostante ci fosse la possibilità di fare lavoro agile voglia farlo in presenza, il datore di lavoro ne è comunque responsabile?

Assolutamente si!

Il datore di lavoro ha il dovere di proteggere l’incolumità del lavoratore nonostante la sua imprudenza o negligenza.

Al datore di lavoro va addebitata la colpa per la condotta imprudente del lavoratore attuativa di uno specifico ordine di servizio

(• Corte di Cassazione, sezione lavoro, sentenza 5 dicembre 2016 n. 24798)

Smart Working: lati positivi e soluzioni

Il Covid-19 ha accelerato una tendenza che prima o poi sarebbe ugualmente esplosa.

Lo smart working è un’opportunità che tutte le aziende dovrebbero quantomeno valutare attentamente.

Soprattutto, è fondamentale organizzare bene il lavoro sotto tutti i punti di vista.

Dobbiamo fare previsioni sui vantaggi che il lavoro agile potrebbe comportare, in termini di:

  • Riduzione dei costi aziendali;
  • Miglioramento della produttività;
  • Miglioramento della fedeltà e della soddisfazione del personale.
  • Riduzione dei tempi e costi di trasferimento;
  • Miglioramento del work-life balance;
  • Aumento della motivazione e della soddisfazione;
  • Riduzione delle emissioni di CO2;
  • Riduzione del traffico;
  • Migliore utilizzo dei trasporti pubblici. 

Cosa consiglio dunque a quel 78% delle PMI che dovrà adeguarsi?

Lo smart working richiede competenze specifiche per supportarne la corretta attivazione in azienda.

Prima di iniziare occorre analizzare la propria maturità culturale, per capire quanto sia compatibile con la nuova modalità lavorativa.

  • Le risorse interne sono improntate alla flessibilità ed al superamento delle gerarchie?
  • Abbiamo davvero tutte le competenze necessarie a supportare il nostro progetto di smart working?
  • Quali sono le agevolazioni presenti nelle varie Province Italiane dirette a favorire la digitalizzazione delle piccole e medie imprese italiane, come lo smart working?

Posso aiutarti a rispondere a queste domande.

Sono Nadia Coratti, da più di 10 anni aiuto le aziende a raggiungere i loro obiettivi, trovando insieme soluzione ai problemi.

Durante lo scorso lockdown, più di 20 aziende si sono affidate a me per la gestione dell’Adozione del loro Piano di Smart Working, (attraverso un Bando della Regione Lazio).

Con questo bando hanno potuto acquistare strumenti tecnologici funzionali all’attuazione del piano di Smart Working e fare consulenza e formazione mirata per lo Smart Working, contributo interamente a fondo perduto (da 7500 euro a 22.500 euro per azienda).

Dimostro a coloro che si affidano a me, strade da percorrere di cui ignoravano l’esistenza, ma possono decisamente migliorare le loro situazioni.

Per l’estensione di tale modalità capirai l’importanza di diffondere:

  • cultura aziendale basata sulla fiducia nell’impresa,

  • attitudine, autonomia e responsabilità

  • predisposizione al cambiamento ed all’utilizzo di strumenti digitali.

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Capiremo insieme come mettere la tua azienda nella perfetta condizioni per affrontare questa emergenza.

Tuteliamo il presente, gettando le basi per un grandioso futuro.

 

 

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