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GREEN PASS E COME EVITARE SANZIONI

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Ciao, ti do il benvenuto al mio nuovo articolo. Oggi parliamo di green pass e come evitare sanzioni.

Facendo seguito all’articolo già pubblicato su tutto quello che c’è da sapere sul green pass in azienda, vorrei quindi parlarti dell’intervista che la scorsa settimana ho fatto con un mio collega, esperto di Salute e Sicurezza, in cui abbiamo risposto insieme ad alcuni quesiti estremamente interessanti sul tema green pass e come evitare sanzioni.

A proposito di questo argomento, ti sei chiesto se conosci davvero tutto? Sei sicuro di rispettare tutti gli obblighi previsti dalla normativa?

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1 Vuoi conoscere delle informazioni sul green pass e come evitare sanzioni?

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Vuoi conoscere delle informazioni sul green pass e come evitare sanzioni?

Come ormai saprai, il green pass è entrato prepotentemente nelle vite di tutti noi cittadini ed in particolare è entrato nella vita degli imprenditori. Tutta questa situazione ha generato una commistione di obblighi e di adempimenti che mai come ora ha portato a sovrapporre la vita del normale cittadino a quelli che sono gli obblighi di salute e sicurezza sul lavoro e viceversa.

Sono sempre più convinta del fatto che la crisi è sempre negli occhi di chi guarda. Per questo il mio obiettivo da sempre è quello di aiutare gli imprenditori a soddisfare la sempre più pressante necessità di essere aggiornati, di invertire la loro visuale e di cogliere un’opportunità anche in un momento storico così tumultuoso. Proprio per questo motivo ho deciso di rispondere insieme a un esperto di Salute e Sicurezza negli ambienti di lavoro, Stefano Massera, alle domande che in queste settimane mi sono state poste più frequentemente da imprenditori e lavoratori riguardo alla tematica green pass e come evitare sanzioni.

Il video integrale dell’intervista sul green pass e come evitare sanzioni lo trovi nella mia pagina Facebook; qui ti propongo alcune domande che ci ha posto Mariagrazia Gabriele con le risposte mie e di Stefano.

Ti anticipo solo che l’intervista sul green pass e come evitare sanzioni è stata un’ intervista ricca di contenuto, in quanto abbiamo toccato alcuni dei punti più caldi sulla gestione dei green pass in azienda.

Entrando subito nel vivo dell’intervista, ecco la prima domanda di Mariagrazia che, prima di addentrarci sulla tematica del green pass e come evitare sanzioni, vuole scoprire come ho iniziato questa collaborazione con Stefano:

“Nadia, come hai conosciuto Stefano?”

Prendo subito la parola.

“Ho conosciuto Stefano nel 2010 mentre stavo progettando un sistema di gestione per la salute sicurezza di un’azienda del settore chimico. Girovagando in rete in cerca di informazioni, ho trovato il suo contatto ed ho visto che si occupava proprio di questo. Quindi gli ho scritto una mail alla quale ha subito risposto e da lì abbiamo iniziato una sorta di collaborazione supportandoci, ormai da anni, in diversi progetti. Insieme a lui ho lavorato per Poste Italiane, Sanofi, Procter & Gamble ed altre”.

La parola passa a Stefano:

“Nadia è stata davvero un bel contatto, c’è stata subito stima reciproca, abbiamo lavorato e lavoriamo tutt’ora molto bene insieme. Il nostro è un mestiere molto complicato in quanto fatto di tante norme e di tante interpretazioni diverse.

Ci troviamo spesso di fronte aziende con cicli produttivi molto diversi tra loro e quindi di fronte a realtà molto eterogenee. E’ anche vero che facciamo un mestiere nobile perché trattiamo con le persone, le salviamo, cerchiamo di non farle ammalare, di evitare infortuni ed evitare tragedie.

Mai come in questo ultimo periodo la nostra materia, a causa della pandemia, è balzata agli onori delle cronache. Si è iniziato a parlare di nuovo di fenomeno infortunistico, di riforme normative, di regole sul green pass e come evitare sanzioni”.

Finalmente ti svelo la prima domanda che arriva da un utente, davvero molto curiosa tra l’altro.

È obbligatorio il Green Pass per gli espositori di un mercatino delle pulci che non ha scopo di lucro e che si tiene solo la domenica?

Sicuramente, per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare una distinzione: l’espositore viene interpretato come un normale cittadino oppure come un lavoratore? Nel primo caso la risposta è NO, non è obbligatorio per questo soggetto mostrare il green pass. Nel secondo caso invece, la risposta è SI.

Ma su chi grava l’obbligo di controllare?

L’ obbligo del controllo grava su chi organizza il mercatino. Questo soggetto è colui che fa accedere delle persone che, se interpretati come lavoratori, devono essere controllati.

In sostanza il mercatino può essere identificato come luogo di lavoro.

Al mercatino delle pulci partecipano persone che tolgono merce usata da casa, quindi non lavoratori veri e propri. Vale lo stesso obbligo?

A questa situazione borderline, abbiamo trovato una soluzione che adesso vi illustrerò.

Ai fini del controllo, l’elemento imprescindibile per chi controlla è l’individuazione del soggetto giuridico, cioè la persona che si assume l’onere di organizzare un evento, una fiera, un raduno ad esempio. E’ quindi il soggetto che prende con sé un carico di responsabilità.

Il suggerimento in questo caso è che, qualsiasi sia l’interpretazione che l’organizzatore da, l’importante è metterlo per iscritto ed ufficializzarlo su un documento in cui si specifica se gli espositori del mercatino sono assimilati a dei lavoratori oppure a dei normali cittadini.

Questo perché, come sicuramente saprai, sul tema del green pass e come evitare sanzioni, le aziende potrebbero essere soggette a dei controlli da parte di forze dell’ordine che, in caso di inadempimento provvederanno a far partire l’iter sanzionatorio.

Come si ottiene un green pass?

Ho tre possibilità: o sono vaccinato o sono guarito oppure ho un certificato di esenzione che attesta che sono esentato dell’obbligo di esibire il green pass. Su ognuna delle casistiche ci sono circolari e modalità ben definite. Chiaramente l’altra alternativa è quella di effettuare un tampone che ha una validità di 48 ore.

Quindi riassumendo, la Certificazione attesta una delle seguenti condizioni:

  1. Avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo (rilasciata dopo la prima dose di vaccino);
  2. Avvenuta guarigione da COVID-19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in seguito ad infezione da SARS-CoV-2 (rilasciata dopo avvenuta guarigione e con validità di sei mesi dall’avvenuta guarigione);
  3. Effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS- CoV-2 (Validità 48 ore dal test);
  4. Avvenuta guarigione dopo la somministrazione della prima dose di vaccino dal termine del prescritto ciclo

Cosa deve fare il datore di lavoro? Come deve effettuare le verifiche sui green pass e come evitare sanzioni?

Il datore di lavoro deve creare una sorta di regolamento interno dove definisce le modalità di verifica adottate. Su questo regolamento deve:

  1. Specificare le modalità del controllo (quando, dove, a campione o su tutta la popolazione lavorativa);
  2. Mettere per iscritto il soggetto delegato ai controlli e quindi, designare con atto formale un incaricato al controllo che dovrebbe effettuare le verifiche preferibilmente all’ingresso del luogo di lavoro;
  3. Informare tutti i lavoratori che saranno soggetti a questo tipo di verifica.

Arriva il lavoratore ed il controllo non ci dà esito positivo. Come comportarci per essere in regola con gli obblighi sul green pass e come evitare sanzioni?

In questo caso il lavoratore viene allontanato dall’ambiente di lavoro, perde la retribuzione, conserva il posto di lavoro ma viene sospeso.

Il controllo dei green pass va fatto attraverso un’applicazione rilasciata dal ministero della Sanità, VerifiC19, con la quale si può accertare la validità delle certificazioni verdi mediante la scansione di un QR CODE.

Se l’esito è positivo (schermata verde), il lavoratore potrà accedere sul luogo di lavoro.

In caso contrario (schermata rossa) no, il lavoratore deve essere allontanato.

E se invece a comparire e la schermata blu? Cosa significa?

A questa domanda risponderò alla fine di questo articolo sul green pass e come evitare sanzioni.

Ma se il Green Pass scade durante l’orario di lavoro?

È giunto il momento a questo punto dell’articolo sul green pass e come evitare sanzioni, di concentrarci su un esempio concreto.

Supponiamo che io abbia deciso per varie ragioni di non vaccinarmi. Ho fatto il mio tampone sabato a mezzogiorno e quindi il lunedì entro nella mia azienda munita di regolare green pass. Proprio a mezzogiorno, mentre sto lavorando, il mio green pass scade in quanto sono trascorse le 48 ore di validità del tampone. A questo punto la questione è:

Il datore di lavoro è tenuto a controllarmi anche una volta che sono entrato sul luogo di lavoro?

Innanzitutto ti sottolineo subito che nel decreto non c’è scritto nulla a riguardo, tuttavia gli indirizzi delle FAQ del ministero dicono che i controlli sul green pass non vengono ripetuti, cioè il green pass deve essere valido solo nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso in azienda.

Attenzione però! C’è un dettaglio da sottolineare. Le linee guida per l’applicazione del green pass per la Pubblica Amministrazione dicono che i controlli possono essere esercitati anche successivamente all’ingresso, in controtendenza a quanto indicato invece nelle linee guida per il settore privato in cui c’è un vuoto normativo. La questione dunque risulta ancora molto controversa.

Per spiegarti in maniera ancora più chiara la complessità della materia ti racconto di un’esperienza che ho avuto pochi giorni fa con un’ azienda.

Ascoltami bene. Era un martedì ed il cliente mi ha chiamata domandandomi: Nadia c’è una persona alla quale è scaduto il green pass ma ora sta lavorando. Cosa dobbiamo fare, dobbiamo mandarlo a casa?

Inizialmente anche io ero un po’ disorientata, ma tra le FAQ del Ministero ho trovato una risposta che mi ha aiutata a tranquillizzare il mio cliente. Cosa dice la FAQ? Cosa deve fare il datore di lavoro per essere in regola con il controllo del green pass e come evitare sanzioni? La FAQ chiarisce che il green pass deve essere valido nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso quotidiano alla sede di servizio e può scadere durante l’orario di lavoro, senza la necessità di allontanamento del suo possessore.

Finalmente ecco trovata la risposta: il datore di lavoro non deve allontanare il lavoratore munito di green pass che scade durante l’orario lavorativo.

Come ci si deve comportare nel caso in cui un lavoratore voglia recarsi sul luogo di lavoro ma non avuto modo di effettuare il tampone? È ammissibile una dichiarazione che conceda al lavoratore di accedere?

Assolutamente no. Non si può anche perché ad oggi, come ben saprai, è possibile effettuare il tampone in maniera molto facile e veloce anche nelle farmacie. Addirittura alcuni dei miei clienti, hanno incaricato nelle loro aziende dei medici o degli infermieri che si recano direttamente in loco ogni due giorni ad effettuare i tamponi ai dipendenti.

Ma la terza dose è obbligatoria?

Sul green pass e come evitare sanzioni c’è un acceso dibattito. Dibattito che, con il via alla somministrazione delle terza dose di vaccino, si è ulteriormente acceso.

In realtà però ci tengo e sottolinearti che nessuna dose di vaccino è obbligatoria! Le autorità sanitarie la suggeriscono, per ora, solo a certe categorie particolari. Vedremo come evolveranno le cose nei prossimi mesi.

Chi scannerizza il green pass vede nome e cognome del soggetto che controlla?

Si, vede nome e cognome ma non può assolutamente conservare o registrare il dato.

La verifica mediante l’applicazione non prevede la memorizzazione di alcuna informazione riguardante il cittadino sul dispositivo del verificatore.

Visto che non posso registrare in nessun modo i dati dei lavoratori che controllo, come faccio io datore di lavoro a dimostrare che in tale data ho controllato una certa percentuale di lavoratori?

Sto per svelarti uno dei metodi che a mio avviso funziona meglio e può aiutarti a capire davvero le modalità di verifica del green pass e come evitare sanzioni.

Io, insieme alle aziende che seguo, ho deciso di adottare questo metodo: posto che non si possono assolutamente memorizzare o archiviare dati sensibili del lavoratore, né nome né cognome, io azienda mi impegno a scrivere una sorta di registro nel quale specifico sia la data sia la modalità del controllo.

Alternativamente, sul registro, identifico i lavoratori come LAVORATORE 1, LAVORATORE 2, LAVORATORE 3  e così via, specificando solo se l’esito del controllo è positivo o negativo. Tutto assolutamente in forma anonima.

Il garante della privacy è stato molto chiaro su questo punto.

Ho il Green pass se non faccio la terza dose?

La terza ancora non è stata ancora inserita all’interno della obbligatorietà del Green Pass. Mi sento di dirti che succederà sicuramente qualcosa dal punto di vista normativo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Vero è che ad oggi il Green Pass si ha anche solo con la seconda dose. Passeranno i mesi e si avvicinerà un periodo storico nel quale probabilmente le vaccinazioni potrebbero aver perso di efficacia.

Bisognerà vedere che approccio verrà scelto e quali saranno le nuove disposizioni sul green pass e come evitare sanzioni.

Come ci si pone nei confronti degli autotrasportatori stranieri?

Ora ti svelerò perchè questo è un tema molto controverso. Purtroppo il problema nasce dal fatto che i vaccini che danno diritto al rilascio del Green Pass sono solamente quelli riconosciuti dall’AIFA ossia l’Agenzia Internazionale del Farmaco. Tra questi per esempio non c’è lo Sputnik, il vaccino che somministrano in Russia. Avete idea del numero di trasportatori stranieri che ogni giorno accedono nelle aziende italiane? Un numero inestimabile probabilmente!

Ma allora, per transitare in Italia ed accedere, cosa deve fare il trasportatore straniero?

Questo è un tema che si sta cercando di risolvere a livello internazionale, facendo riconoscere anche quei vaccini che ora non sono all’interno di quell’insieme ristretto di vaccini riconosciuti.

Per ora l’unica soluzione per il lavoratore straniero è quella di fare i tamponi, perché in caso contrario, non potrà entrare in azienda.

E se il trasportatore straniero non scendesse dall’automezzo e tutte le operazioni di carico e scarico le facessero i dipendenti dell’Azienda, in questo caso potrebbe entrare?

Ancora un altro dibattito. Cosa rispondo?

Se sposiamo le definizioni della normativa no, perché il trasportatore entra in ogni caso dentro l’ambiente di lavoro. Paradossalmente dovrebbe rimanere fuori dal perimetro dell’azienda.

Quali sono i soggetti incaricati dal prefetto per controllare se l’azienda sta rispettando o meno gli adempimenti previsti? Il prefetto deve incaricare gli ispettorati del lavoro, le Asl di appartenenza oppure ad esempio polizia, carabinieri?

Per rispondere a questo quesito è necessario prima capire se queste sono misure di sicurezza sul lavoro o sono misure di sanità pubblica. E quindi se questa è una situazione che controlla l’ispettore della ASL o le forze dell’ordine?

Da esperta di Salute e Sicurezza ti rivelo che tutto depone a favore del fatto che queste siano misure di ordine pubblico. Tuttavia  in determinati ambienti, diventano misure di sicurezza sul lavoro perché ad esempio, in ospedale, dove c’è un rischio molto alto di contagio, queste misure possono anche essere controllare dalla ASL.

Certo è che il potere di irrogazione della sanzione amministrativa è attribuito al Prefetto, che assicura l’esecuzione delle misure avvalendosi:

  • Delle Forze di polizia;
  • Del personale dei corpi di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza;
  • Ove occorra, delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali;
  • Del personale ispettivo dell’azienda sanitaria locale competente per territorio e dell’Ispettorato nazionale del lavoro limitatamente alle sue competenze in materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Se un soggetto è impossibilitato a vaccinarsi, con comprovate motivazioni di salute. Cosa accade e come si deve muovere in tal senso il datore di lavoro?

Per l’esenzione da Green pass esiste una circolare specifica nella quale sono definite una serie di patologie che sono casistiche specifiche e codificate. Il certificato di esenzione non lo rilascia un medico qualunque, ma lo rilasciano tutti quei medici che erogano ed effettuano le vaccinazioni, oppure i medici degli hub vaccinali.

Questo certificato viene trasmesso al datore di lavoro e su quel soggetto non c’è più obbligo di controllare il green pass.

I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il COVID-19, dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione. Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad alcun controllo.

Quali sono le cose da sapere sul green pass e come evitare sanzioni per datori di lavoro e per lavoratori inadempienti?

Il lavoratore che accede ai luoghi di lavoro privo di Green Pass rischia da 600 euro fino a 1500 euro di sanzione.

Il datore di lavoro che non ha prodotto il Regolamento e non ha compiuto con atto formale le deleghe di verifica rischia una sanzione che va dai 400 ai 1000 euro.

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Se, al controllo del Green Pass dall’applicazione ministeriale esce la schermata blu, cosa vuol dire?

Se dall’applicazione ministeriale VerificaC19 esce una schermata blu significa che quel green pass è valido solo in Italia, il colore è legato infatti al tipo di vaccino effettuato o dal numero di dosi effettuate, ovvero se la persona ha fatto solo la prima dose.

In ogni caso la schermata blu non è motivo di allontanamento del lavoratore.

 

Conclusioni sul green pass e come evitare sanzioni

Come ormai saprai il mio scopo è quello di semplificare la vita degli imprenditori, di spostare la loro prospettiva in questo periodo pieno di difficoltà anche sul green pass e come evitare sanzioni, farli finalmente tornare a sorridere.

Oggi voglio lasciarti con un augurio: quello che cessi il prima possibile lo stato di emergenza, che si ricominci a vivere senza più paure e timori del green pass e come evitare sanzioni. Ma l’augurio è soprattutto quello che, a prescindere dalle posizioni individuali, ci si riesca a confrontare sui dati, sulla lettura della norma e sulla sua interpretazione delle regole sul green pass e come evitare sanzioni, cercando il più possibile di adottare un atteggiamento neutro, evitando eccessivi schieramenti verso l’una o l’altra fazione.

Ti invito a Prenotare una consulenza gratuita in materia di Salute Sicurezza con me per capire come gestire gli obblighi relativi ai controlli sui Green Pass nella tua Azienda.

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A presto,

Nadia