Ancora domande sul Green Pass nella tua Azienda?, Nadia Coratti

Ancora domande sul Green Pass nella tua Azienda?

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NON TEMERE, CI SONO IO A SUPPORTARTI!

Da una settimana le aziende italiane sono alle prese con una corsa contro il tempo per riuscire a rispettare le direttive richieste dallo Stato.

I controlli richiedono inevitabilmente una riorganizzazione del lavoro e delle procedure, che per molte aziende, si traduce in ricadute operative soprattutto su alcuni aspetti centrali come la gestione delle misure di controllo, le modalità operative, la gestione dei dati raccolti, le risorse da inserire per poter effettuare i controlli in maniera corretta.

Da sempre ciò che mi contraddistingue nel rapporto con i miei clienti è proprio questo: collaborare con un obiettivo preciso e soddisfare la sempre più pressante necessità ad essere aggiornati e informati in modo puntuale, su tutte le novità del mondo del lavoro.

Proprio per questo motivo ho deciso di rispondere alle 10 domande che in queste settimane mi sono state poste più frequentemente da imprenditori e lavoratori riguardo alla tematica Green Pass e soprattutto al Green Pass in Azienda.

Ci sono molti dubbi a riguardo, più che leciti.

Ma la realtà è che se non conosci realmente tutti i dettagli del nuovo decreto sull’obbligo del Green Pass, non potrai mai garantire il benessere dei tuoi dipendenti e soprattutto rischierai di incorrere in pesanti sanzioni.

Io cercherò di evitare tutto questo.

È molto semplice: ti basta continuare a leggere l’articolo e sciogliere finalmente tutti i tuoi dubbi a riguardo.

Come si ottiene il green pass

La Certificazione verde COVID-19 (Green Pass) nasce su proposta della Commissione europea per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19.

È una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato. In Italia, viene emessa soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

La Certificazione attesta una delle seguenti condizioni:

  1. Avvenuta vaccinazione anti-SARS-CoV-2, al termine del prescritto ciclo (rilasciata dopo la prima dose di vaccino)
  2. Avvenuta guarigione da COVID-19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto in seguito ad infezione da SARS-CoV-2 (rilasciata dopo avvenuta guarigione e con validità di sei mesi dall’avvenuta guarigione)
  3. Effettuazione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo al virus SARS- CoV-2 (Validità 48 ore dal test)
  4. Avvenuta guarigione dopo la somministrazione della prima dose di vaccino dal termine del prescritto ciclo

 

1. Cosa deve assolutamente fare il datore di lavoro prima del 15 ottobre?

Innanzitutto il datore di lavoro deve creare un regolamento interno, identificando come e quando fare i controlli, ma soprattutto chi li deve fare.

Ecco alcuni degli obblighi principali del datore di lavoro:

  1. CREA REGOLAMENTO INTERNO DOVE DEFINISCE LE MODALITÀ DI VERIFICA
  2. DESIGNA CON ATTO FORMALE UN INCARICATO AL CONTROLLO
  3. FORNISCE LE ADEGUATE ISTRUZIONI IN MATERIA A INCARICATI E LAVORATORI
  4. CONSEGNA UNA LETTERA DI COMUNICAZIONE DI ASSENZA INGIUSTIFICATA AL LAVORATORE SPROVVISTO DI GREEN PASS O CON GREEN PASS NON VALIDO
  5. PROVVEDE A VERIFICARE GIORNALMENTE IL RISPETTO DELLE PRESCRIZIONI MEDIANTE CHECK LIST DI CONTROLLO
  6. INFORMA i LAVORATORI E VISITATORI MEDIANTE CARTELLONISTICA APPOSITA
  7. UTILIZZA APP RICONOSCIUTE X IL CONTROLLO

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2. I soggetti che hanno diritto al green pass, ma ne attendono il rilascio o l’aggiornamento, come possono dimostrare di poter accedere al luogo di lavoro?

Per i soggetti in attesa di rilascio di valida certificazione verde e che ne abbiano diritto, nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento, sarà possibile avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta

 

3. E se il Green Pass scade durante l’orario di lavoro?

Può succedere che il certificato verde scada durante l’orario lavorativo, ma il dipendente per questo non può essere allontanato dal luogo di lavoro; il Green pass infatti, deve essere valido nel momento in cui il lavoratore effettua il primo accesso in Azienda.

Nel caso in cui questo scadesse durante l’orario lavorativo, il possessore non potrà essere allontanato dal luogo di lavoro

 

4. Obbligo per gli autotrasportatori stranieri

I lavoratori di aziende estere che devono accedere a sedi di imprese o amministrazioni pubbliche in Italia, compresi gli autotrasportatori, devono avere ed esibire il green pass.

Le Faq aggiornate sul sito di palazzo Chigi aggiungono che, nel caso in cui gli autotrasportatori fossero sprovvisti del certificato, le operazioni di carico e scarico potranno essere effettuate dal personale dell’azienda italiana.

 

5. Chi controlla il certificato nelle aziende?

I controlli nelle aziende potranno essere effettuati dagli ispettori del lavoro e dalle aziende sanitarie locali, dei quali si avvalgono i prefetti.

 

6. Come è possibile, per i soggetti che non possono vaccinarsi per comprovati motivi di salute, dimostrare di poter accedere al luogo di lavoro?

I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il COVID-19, dovranno esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione.

Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad alcun controllo.

 

7. Come si deve comportare il datore di lavoro con il lavoratore privo di green pass?

Distinguiamo 2 casi:

Caso 1: Se ha più di 15 dipendenti

I lavoratori sono considerati ASSENTI INGIUSTIFICATI fino alla presentazione di valida certificazione verde, senza conseguenze disciplinari, con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro, senza diritto alla retribuzione, né altro compenso o emolumento, comunque denominato.

Caso 2: Se ha meno di 15 dipendenti

I lavoratori sono considerati ASSENTI INGIUSTIFICATI fino alla presentazione di valida certificazione verde, dopo 5 giorni di assenza ingiustificata il datore di lavoro può SOSPENDERE IL LAVORATORE per un periodo non superiore a 10 giorni, rinnovabili una sola volta, ove sia stato stipulato un contratto di lavoro per la sostituzione del lavoratore privo di Green Pass.

 

8. Quali sono le sanzioni per datori di lavoro e per lavoratori inadempienti?

Il lavoratore che accede ai luoghi di lavoro privo di Green Pass rischia da 600 euro fino a 1500 euro di sanzione. Mentre il datore di lavoro che non ha prodotto il Regolamento e non ha compiuto con atto formale le deleghe di verifica rischia una sanzione che va dai 400 ai 1000 euro.

Se noi stessi non rispettiamo le regole che ci siamo dati nell’ambito dei controlli, potremmo essere sanzionati su quelle stesse regole.

 

9. L’obbligo di possesso di green pass e da esibire su richiesta o di esibirlo ogni mattina?

Non c’è un obbligo di verificarlo ogni mattina; c’è l’obbligo di esibirlo secondo le regole che tu datore di lavoro crei.

I controlli dovrebbero essere effettuati tendenzialmente ogni 2 giorni dato che il green pass generato dopo l’effettuazione del tampone antigenico/molecolare scade ogni due giorni.

Il mio consiglio è quello di verificarlo ogni mattina, così da garantire la massima tutela della salute dei lavoratori.

 

10. Se al controllo del Green Pass dall’applicazione ministeriale esce la schermata blu cosa vuol dire?

Se dall’applicazione ministeriale VerificaC19 esce una schermata blu significa che quel green pass è valido solo in Italia, il colore è legato infatti al tipo di vaccino effettuato o dal numero di dosi effettuate, ovvero se la persona ha fatto solo la prima dose.

In ogni caso la schermata blu non è motivo di allontanamento del lavoratore.

 

 CONCLUSIONE

Queste sono solo alcune delle domande che mi hanno posto tanti imprenditori, ma ce ne sono moltissime altre come:

  • Il datore di lavoro può registrare i dati dei Green Pass, come ad esempio il termine o su che base è stato concesso?
  • Sono soggetti alla Certificazione anche coloro che hanno un contratto esterno?
  • Chi, tra i lavoratori, rimane escluso dall’obbligo di Green Pass?
  • Il datore di lavoro può chiedere ai lavoratori di comunicare in anticipo se avranno il Green Pass?
  • Su chi grava il costo del tampone? Il datore di lavoro non ha l’obbligo di pagare il tampone al lavoratore, per cui quest’ultimo deve sostenerne i costi.
  • Il datore di lavoro può chiedere conferma ai propri dipendenti dell’avvenuta vaccinazione?
  • Il datore di lavoro può chiedere al medico competente i nominativi dei dipendenti vaccinati?
  • Cosa accade al lavoratore che acceda ai luoghi di lavoro privo di Green Pass?

Comprendo che in così poco tempo sia molto difficile entrare nel meccanismo di questo sistema, conoscere tutte le regole e rispettare tutti gli adempimenti per non incorrere in nessuna sanzione.

Ma voglio che tu possa vivere in modo sereno perché con il giusto aiuto tutto sarà più facile, perciò sono a tua disposizione per risolvere tutti i tuoi dubbi e organizzare la tua azienda nel modo più efficiente possibile.

Sono sicura che un confronto diretto con gli esperti del settore ti trasmette serenità, chiarendo subito le opzioni tra cui scegliere.

Tutto quello che devi fare è prenotare ora una Consulenza gratuita con me, ti darò le giuste indicazioni per rispettare le nuove norme sul Green Pass.

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A presto.

Nadia